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Il presente post, con illustrazioni, intende fornire informazioni generali per la gestione in sicurezza delle funi di acciaio: terminologia, requisiti, tipologie costruttive, uso, manutenzione, ispezioni in accordo la norma ISO 4309, serie EN 12385-X, altre.
Le funi in acciaio sono un “accessorio di sollevamento” ai sensi della Direttiva macchine 2006/42/CE, sono soggette ai RESS del punto 4 e oltre alla marcatura CE, devono essere marcate e identificate da attestazione in accordo con il punto 4.3.
Art. 2 Definizioni
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d) “accessori di sollevamento”: componenti o attrezzature non collegate alle macchine per il sollevamento, che consentono la presa del carico, disposti tra la macchina e il carico oppure sul carico stesso, oppure destinati a divenire parte integrante del carico e ad essere immessi sul mercato separatamente. Anche le imbracature e le loro componenti sono considerate accessori di sollevamento;
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All.I
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4.3. INFORMAZIONI E MARCATURA4.3.1. Catene, funi e cinghieOgni lunghezza di catena, fune o cinghia di sollevamento che non faccia parte di un insieme deve recare una marcatura o, se ciò non è possibile, una targa o un anello inamovibile con i riferimenti del fabbricante o del suo mandatario e l’identificazione della relativa attestazione.L’attestazione sopra menzionata deve contenere almeno le seguenti indicazioni:
a) nome e indirizzo del fabbricante e, se del caso, del suo mandatario;
b) descrizione della catena o della fune comprendente:– dimensioni nominali,– costruzione,– materiale di fabbricazione, e– qualsiasi trattamento metallurgico speciale subito dal materiale;
c) metodo di prova impiegato;
d) carico massimo che deve essere sopportato, durante il funzionamento, dalla catena o dalla fune. Una forcella di valori può essere indicata in funzione delle applicazioni previste.
Il pericolo di incidenti durante le operazioni di sollevamento è talvolta sottovalutato dagli utilizzatori ma, fortunatamente, grazie agli alti coefficienti di sicurezza adottati (il coefficiente di sicurezza è il rapporto fra il carico di rottura minimo ed il carico di lavoro di sicurezza, o portata di sicurezza, di un componente di sollevamento) il numero di tali incidenti rimane limitato (ammesso che sia lecito parlare di numero limitato; meglio sarebbe parlare di assenza di incidenti).
Per quanto riguarda le funi di acciaio, il coefficiente minimo ammesso dalla legge è 5:1, aumentato del 10% a 5,5:1, nel caso di funi avvolte su tamburi a più strati. Questi valori, stabiliti dalla prima direttiva Macchine recepita in Italia nel 1996, sono oggettivamente del tutto adeguati e, abbinati a modalità operative corrette, garantiscono l’assoluta sicurezza delle operazioni di sollevamento.
La norma UNI ISO 4309:2011 – che sostituisce l’edizione 2008 – è la guida completa per la gestione corretta delle funi d’acciaio per sollevamento da parte degli utilizzatori.
Dal titolo “Apparecchi di sollevamento – Funi – Cura, manutenzione, ispezioni e scarto”, la norma definisce le linee guida per la cura, l’installazione, la manutenzione e i controlli delle funi di acciaio in servizio sugli apparecchi di sollevamento ed elenca i criteri per lo scarto che devono essere applicati per implementare un utilizzo sicuro degli apparecchi di sollevamento.
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Excursus
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DIAMETRO E TOLLERANZE
La misurazione del diametro della fune deve sempre riferirsi alla circonferenza massima che circoscrive la fune.Le misurazioni del diametro devono essere effettuate su una porzione diritta della fune, senza carico con una forza non maggiore del 5% del carico minimo di rottura, in due posizioni distanti tra loro di almeno un metro.
In ogni posizione devono essere effettuate due misurazioni, perpendicolari, del diametro circoscritto.
L’apparecchiatura di misurazione deve coprire almeno due trefoli. La media di queste quattro misurazioni, date dalla norma EN 12385-4, deve rientrare entro la tolleranza riportata nella tabella seguente:
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TAMBURI LISCI
L’avvolgimento della fune su tamburi lisci richiede molta attenzione. Ogni allentamento o irregolarità di avvolgimento comporta eccessivo sfregamento, schiacciamento e deformazione della fune.
L’avvolgimento di una fune su un tamburo liscio deve essere realizzato in modo tale da favorire il serraggio delle spire. Infatti sotto la trazione “P” applicata nella fune si produce una coppia giratoria che superato il valore del momento resistente tende a svolgere la fune producendo uno scostamento o un serraggio delle spire sul tamburo a seconda se trattasi di fune destra o sinistra. Nella figura si vede che la stessa fune S (sinistra) se avvolta da sinistra a destra tende a chiudere le spire mentre, se avvolta da destra a sinistra tende a distanziarsi dalla spira adiacente (in questo caso usare fune destra Z).
È necessario quindi prevedere una favorevole configurazione al serraggio delle spire come segue:
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SCELTA DEI TERMINALI
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Capocorda a cuneo asimmetrico (EN 13411-6): Quando la fune termina con un capocorda a cuneo fare in modo che il tratto di fune rinviato sul cuneo non possa scivolare allentando presa della fune dal capocorda. Porre attenzione durante il montaggio affinché il ramo in tiro della fune sia orientato parallelamente all’asse delle forcelle ed al fissaggio del morsetto a cavallotto solo sulla “coda” della fune rinviata. Nelle figure seguenti alcuni esempi:
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TIPOLOGIE DI ROTTURE, DIFETTI E CONDIZIONI DI SOSTITUZIONE (SECONDO ISO 4309)
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Ondulazione
L’ondulazione è una deformazione in cui l’asse longitudinale della fune prende la forma di un’elica sia con carico che senza. Non necessariamente il risultato è una perdita di forza, ma, se grave, può trasmettere durante il movimento alla fune moto irregolare e pulsazioni.
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Espulsione dell’anima o distorsione del trefolo
Questo difetto è un particolare tipo di cesto o infiascatura in cui si denota l’espulsione dell’anima (o del centro della fune, nel caso di unafune antigiro) tra i trefoli esterni, o espulsione di un trefolo esterno della
fune o fuoriuscita di un trefolo dall’anima tra i trefoli esterni. La fune con questo difetto sarà immediatamente scartata…
fonte : CERTIFICO