Il Governo intende semplificare i nuovi obblighi per le Srl previsti dal Codice della Crisi d’impresa: novità che hanno destato forti preoccupazioni (l’adeguamento è richiesto entro il prossimo 16 dicembre) e che quindi l’esecutivo vuole intervenire.
L’intervento consisterà nella rimozione dell’obbligo di nominare un revisore o un collegio sindacale per le piccole imprese.
La novità è contenuta nell’articolo 379 del dlgs 14/2019 (riforma della crisi d’impresa e dell’insolvenza), che va a modificare l’articolo 2477 del codice civile, introducendo l’obbligo di nominare l’organo di controllo (collegio sindacale) o il revisore nel caso in cui l’impresa superi per due anni consecutivi determinati limiti di fatturato e numero di occupati.
In base all’attuale formulazione della norma (in vigore a regime da agosto 2020), l’obbligo scatta quando per due anni consecutivi viene superato almeno uno dei seguenti limiti:
- 2 milioni di euro di attivo stato patrimoniale (dai precedenti 8,8 milioni);
- 2 milioni di euro di ricavi (dai precedenti 4,4 milioni);
- 10 dipendenti occupati in media durante l’esercizio (dai precedenti 50).
Quindi, una PMI che supera per due anni consecutivi i dieci dipendenti ha l’obbligo di nominare collegio o revisore dei conti. Il Governo intende eliminare questa rigidità che non vuole incrementare il numero di adempimenti. Invece, vuole introdurre disposizioni che prevengano le crisi e consentano di proseguire l’attività per superare eventuali fasi di difficoltà.
L’esecutivo valuta quindi un meccanismo che tuteli maggiormente le piccole imprese, srl e cooperative, eliminando l’inasprimento delle regole sulle soglie dimensionali delle imprese.