L’Italia il 12 marzo 1992 con la legge n. 257 ha vietato l’uso dell’amianto nell’intera penisola. Così facendo dal 28 aprile 1994 ha vietato l’uso, la commercializzazione, la produzione e l’importazione dell’amianto.
La legge n.257 ha tre caratteristiche principali che la rendono la norma quadro in tema amianto:
- Ha istituito la Commissione nazionale amianto
- Sono stati emanati dei disciplinari tecnici per la bonifica
- Ha creato delle disposizioni specifiche per le imprese incaricate di lavorare e smaltire l’amianto. Inoltre con cadenza annuale le aziende devono inviare una relazione tecnica alla regione e all’Usl.
E’ previsto inoltre che ogni regione approvi un piano regionale di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica dell’amianto (DPR 8/8/1994).
Oltre a ciò i proprietari degli immobili devono notificare le USL della presenza d’amianto e di conseguenza le USL procedono facendo delle analisi e creando un registro con gli edifici con presenza di amianto floccato o in matrice friabile
Gli enti pubblici, qualora lo ritengano opportuno, hanno il potere di imporre lo smantellamento dei materiali contenti amianto con il costo a carico del proprietario. Nel caso in cui il proprietario si rifiuta di procedere alla rimozione egli andrà incontro a delle sanzioni previste nell’art.15 della legge. Alla terza multa il ministero impone la cessazione dell’attività dell’impresa.
TUTELA DELLA SALUTE
La direttiva 2009/148/CE tutela la salute dei cittadini che si trovano in situazioni di rischio lavorativo o ambientale causate dall’amianto.
Inoltre, il D.M. 6/9/1994 prevede che per tutti gli edifici in cui è presente dell’amianto vena nominato un responsabile del rischio amianto. Questa figura ha infatti il compito di gestire il potenziale pericolo dato dalla presenza dell’amianto e di predisporre la documentazione riguardante il luogo in cui si trova l’amianto. In aggiunta a questo ha anche il compito di sovraintendere le azioni di bonifica e di gestire le ispezioni.
tUTELA DEI LAVORATORI
Lo stato ha istituito un trattamento assicurativo per tutte quelle persone che lavorando a contatto con l’amianto sono state colpite da malattie stabilendo delle norme per la sorveglianza sanitaria preventiva.
Proprio per questo motivo ogni datore di lavoro deve valutare le possibili situazioni di rischio per i suoi dipendenti e decidere che azioni intraprender per garantire la sicurezza dei suoi lavoratori.
Le azioni da intraprendere sono:
- notifcare l’organo di vigilanza
- controllare l’esposizione
- effettuare una pianificazione preventiva e adottare misure di protezione
- registrare l’esposizione
- fare una sorveglianza sanitaria
Nel caso in cui vadano fatti dei lavori di rimozione o demolizione per rimuovere l’amianto il datore di lavoro deve presentare un piano di lavoro. Inoltre ll’azienda deve essere iscritta all’albo nazionale gestori ambientali (iscrizione che deve essere rinnovata ogni 5 anni).
PROCEDURE DI CONTROLLO
Se c’è dell’amianto il proprietario ha l’obbligo di verificarne l’integrità e di conseguenza avviare un’operazione di bonifica.
I metodi di bonifica sono tre: sovracopertura, incapsulamento e rimozione.
La sovracopertura consiste, come dice il nome stesso, nel creare una struttura che copre l’amianto.
L’incapsulamento invece prevede l’utilizzo di prodotti che ricoprono l’amianto. Prima di utilizzare tali prodotti bisogna effettuare un trattamento del materiale per garantire l’adesione. Il trattamento finale deve poi essere certificato dall’impresa che procede alla bonifica.
La rimozione invece prevede che il materiale pericoloso venga rimosso per essere sostituito da un altro non tossico.
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