UNI EN 689:2019 RISCHIO CHIMICO NEL LUOGO DI LAVORO

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La norma UNI EN 689:2019 (recepimento della norma europea EN 689) tratta di un aggiornamento che arriva oltre 20 anni dopo la prima edizione e ne modifica i contenuti. Inoltre, definisce una nuova strategia per effettuare misure rappresentative dell’esposizione dei lavoratori agli agenti chimici per inalazione. Così facendo si punta ad aumentare il livello di affidabilità e di veridicità dei dati sperimentali.

La norma, già entrata in vigore nel luglio 2018 come UNI EN 689:2018, è stata ritirata e sostituita il 16/05/2019 ed ora è ufficialmente nota come UNI EN 689:2019. La causa del ritiro era unicamente legata a questioni di traduzione, quindi la versione 2019 non si discosta nel contenuto da quella del 2018.

Le principali novità della UNI EN 689:2019

La norma presenta importanti novità riguardo alla quantità di analisi chimiche da effettuare per stabilire la qualità dell’esposizione professionale dei lavoratori nonché definisce nuovi parametri per la valutazione dei risultati analitici.

Innanzitutto, prima di procedere con le misurazioni dell’esposizione professionale è necessario che un “perito” incaricato dall’azienda esegua un’approfondita “caratterizzazione di base” (valutazione dell’ambiente di lavoro, valutazione degli agenti chimici utilizzati, della tipologia di esposizione, delle caratteristiche dell’ambiente di lavoro, tipo di esposizione prevista,.. ecc.).

I risultati della caratterizzazione di base porteranno il perito ad una delle seguenti decisioni:

  1. l’esposizione è superiore ai limiti di esposizione professionale TLV (non conformità). In questo caso il perito deve riferire questa situazione al datore di lavoro e consigliare un programma per ridurre le esposizioni. Tutto ciò deve essere fatto attraverso l’uso di RMM (Misure di gestione del rischio), prima di effettuare monitoraggi per testare la conformità;
  2. l’esposizione è ben al di sotto ai limiti di esposizione professionale TLV (conformità). Il perito deve decidere se le misure sono necessarie o se le misure non sono necessarie e riferisce questa situazione al datore di lavoro consigliando una rivalutazione;
  3. le informazioni disponibili sull’esposizione non sono sufficienti per decidere in merito all’osservanza dei limiti di esposizione professionale TLV. Il perito prosegue a sviluppare un piano di campionamento.

Una dettagliata “caratterizzazione di base” è importante per ridurre il numero di misurazioni (analisi chimiche) necessarie.

I test

Qualora il perito ritenga necessario eseguire delle misurazioni, la norma UNI EN 689/2019 prescrive di procedere con le seguenti modalità:

  • Si deve eseguire un “TEST PRELIMINARE” che  richiede dalle tre alle cinque misurazioni dell’esposizione sui lavoratori appartenenti a un SEG. (Gruppo di Esposizione Similare: questa definizione va a sostituire il concetto di “gruppo omogeneo” stabilito dalla norma EN689/1997. Un SEG è composto da “un gruppo di lavoratori con lo stesso profilo di esposizione generale per l’agente chimico”).
  • In base ai risultati analitici del test preliminare, nel caso non siano soddisfacenti a definire la conformità ai limiti di esposizione professionale, si valuta assieme al perito la necessità o meno di eseguire dei monitoraggi aggiuntivi per effettuare il “TEST STATISTICO”. (richieste minimo 6 misurazioni per agente chimico; alle 3 misurazioni “minime” effettuate per il test preliminare se ne devono aggiungere come minimo altre 3).

Tra i servizi di BWB Conforma è presente il servizio Conformità Legislativa. Scrivi alla mail bwb@bwbconforma.it,

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