Gli edifici residenziali dovranno ridurre progressivamente le emissioni inquinanti a partire dal 2030, raggiungendo una migliore classe di prestazione energetica e ottenendo zero emissioni nel 2050
In Italia circa 1,8 milioni di case sono interessate dalla nuova direttiva Ue e ciò sta mettendo in agitazione nel mercato immobiliare del nostro paese.
«Gli obiettivi temporali, specie per gli edifici residenziali esistenti, sono ad oggi non raggiungibili per il nostro Paese»
Gilberto Pichetto Fratin ministro dell’Ambiente
Come se non bastasse, la direttiva prevede lo stop agli incentivi entro il 2024 per l’installazione di caldaie a combustibili fossili.
COSA PREVEDE LA DIRETTIVA
Il testo approvato prevede le seguenti tempistiche per l’adeguamento dell’edilizia ai valori di sostenibilità:
- Case private: adeguamento alla classe energetica E entro il 2030, D entro il 2033, zero emissioni entro 2050 a zero emissioni;
- Immobili non residenziali e pubblici: classe E entro il 2027 e D entro il 2030;
- Nuovi edifici pubblici a emissioni zero dal 2026 e nuovi edifici privati dal 2028.
Sono esclusi da questi obblighi energetici i monumenti, e su decisione dei singoli Stati gli edifici protetti per il valore architettonico o storico, le chiese e i luoghi di culto, l’edilizia sociale pubblica, le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno, gli immobili autonomi con una superficie inferiore ai 50 metri quadri.
Gli obiettivi della norma, che tende alla transizione energetica, sono condivisi dall’Italia, che però mette in discussione le tempistiche previste e una serie di regole specifiche.
«Non mettiamo in discussione gli obiettivi ambientali di decarbonizzazione e di riqualificazione del patrimonio edilizio, che restano fondamentali. Manca però in questo testo una seria presa in considerazione del contesto italiano, diverso da quello di altri Paesi europei per questioni storiche, di conformazione geografica, oltre che di una radicata visione della casa come ‘bene rifugiò delle famiglie italiane».
Gilberto Pichetto Fratin ministro dell’Ambiente
Secondo un’indagine commissionata da Facile.it solo un intervistato su cinque ha dichiarato di essere disposto ad adeguarsi alla nuova direttiva UE, mentre ammonta a 15 milioni il numero di interpellati che ammette di provvedere alla direttiva solo se verranno attivati aiuti economici da parte dello Stato.
Fonte PMI
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